Semplicisticamente definite “emorroidi” spesso ci si riferisce invece alla patologia emorroidaria, ovvero alle complicanze delle emorroidi stesse. Con il termine emorroidi, infatti, ci si riferisce ad un ricco plesso vascolare presente al disotto della mucosa del canale anale, ove forma tre cuscinetti fondamentali per la continenza ai gas e ai liquidi. Si tratta di vasi sempre presenti, in tutta la popolazione, ma che per fattori ancora non del tutto chiari, talvolta vanno incontro a problematiche abbastanza fastidiose.
Le emorroidi sono una componente anatomica umana assolutamente normale. Nel loro stato fisiologico agiscono come cuscini composti da strutture artero-venose anastomizzate e da tessuto connettivo ad alto contenuto di fibre elastiche e collagene.
La patologia emorroidaria è sicuramente un quadro clinico molto conosciuto, diffuso e frequente nella popolazione, ma molto spesso sottovalutata per un ingiustificato senso di vergogna o imbarazzo.
Da cosa dipende?
Esistono numerosi fattori coinvolti nella genesi della patologia emorroidaria: dietetici, ereditari, abitudinari legati allo stile di vita, in particolar modo la sedentarietà e la stitichezza.
Cosa comporta?
La presentazione clinica, ovvero i sintomi avvertiti, possono essere variabili: dal semplice prurito, bruciore, senso di peso perianale, al sanguinamento, alla trombosi e congestione emorroidaria, fino al prolasso.
Molto frequente è il soiling o “ano umido”, ovvero la sensazione di ano “bagnato” o di sporcare la biancheria con residui fecali. Frequenti anche le marische (tessuto cutaneo esuberante in sede perianale, esiti cronicizzati della patologia emorroidaria) che talvolta possono essere sede di infiammazione.
Cosa fare?
La diagnosi parte dall’esecuzione di una visita proctologica con anoscopia.
Come si cura?
Terapia conservativa: si basa essenzialmente su
– Norme dietetiche, per mantenere regolare l’attività intestinale: privilegiare alimenti che facilitino la progressione intestinale, come le fibre.
– Attività fisica così da tonificare i muscoli addominali e quelli del pavimento pelvico
–Igiene anale con abbondanti lavaggi di acqua tiepida
Terapia medica:
–Assunzione di flavonoidi: integratori alimentari che potenziano il tono delle pareti venose determinando una maggiore resistenza delle stesse al traumatismo dovuto al passaggio delle feci
–Pomate topiche a base di antinfiammatori: particolarmente utili nelle fasi acute, permettono di contenere il dolore del paziente
–Assunzione di antinfiammatori per os: FANS o cortisonici possono essere utilizzati in particolari casi di crisi e congestione emorroidaria al fine di accelerare il processo di risoluzione della flogosi.
Terapia chirurgica: può essere
– Ambulatoriale (legature elastiche, scleroterapia, incisione e drenaggio di eventuali trombosi)
– Day hospital (pessia manuale del prolasso mucoso, asportazione delle emorroidi o prolassectomia meccanica con Stapler che prevede una resezione circolare del prolasso rettale, il confezionamento contemporaneo di un’anastomosi retto-rettale con conseguente riposizionamento all’interno del canale anale del plesso emorroidario).
Se volete prenotare una visita con il dr. Palmisano cliccate su uno dei seguenti link
oppure scrivete una mail al seguente indirizzo: studiomedico.palmisano@gmail.com oppure chiamate, sms o whatsapp al numero 320 6018238